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Psicoterapia Espressiva

“Penso che uno dei maggiori strumenti in mano allo Psicoterapeuta Espressivo sia quello di
poter offrire una struttura e un ritmo che vadano da un essere senza forma a un essere
forma, e potersi muovere avanti e indietro in questo processo”.
Arthur Robbins

Arteterapia

L’Arteterapia è una modalità di raccontarsi attraverso l’uso dei materiali artistici per facilitare l’espressione di sé, dei propri pensieri, desideri, bisogni, aspettative, potenzialità, emozioni ma anche di difficoltà, incertezze, dubbi, momenti di fatica e di cambiamento, stress, situazioni di disagio.
Fare Arteterapia, offre la possibilità ai soggetti di esprimere bisogni/disagi in una forma non-verbale attraverso la produzione di un’immagine/opera artistica e di entrare così in un nuovo dialogo con sé stessi, con il proprio manufatto, con il terapeuta (ed eventualmente con altre persone del gruppo).
Durante gli incontri individuali o di gruppo, in un contesto protetto e non giudicante, i partecipanti producono opere concrete che diventano “testimoni” di una propria storia e di una storia condivisa, permettendo, in un primo momento, di osservarle dal vivo e, in un secondo momento, di raccontarle, dotandole di significato.
Ci si concentra sul processo creativo, sul “come” è stato fatto un prodotto, e non sul suo risultato finale.
Raccontando l’opera, le persone raccontano sé stesse dando voce, attraverso un oggetto concreto, reale ed esterno, a parti di sé silenti interne, migliorando così la propria capacità di esprimersi.
Lo scopo dell’Arteterapia è di promuovere le risorse creative di individui e di gruppi al fine di sviluppare il benessere personale e sociale.
Secondo l’APIART – Associazione Professionale Italiana Arteterapeuti – per diventare Arteterapeuta si deve fare un iter specifico di formazione, mentre per l’utente non serve avere alcuna competenza artistica o conoscenza della disciplina: si richiede solo un approccio spontaneo nell’utilizzo dei materiali e nella produzione del manufatto. Per questo motivo l’Arteterapia è adatta a tutti e a tutte le età.

Come si fa?

In generale, all’inizio dell’incontro, c’è un momento di accoglienza dell’individuo o del gruppo e una breve proposta di lavoro creativo da parte dell’Arteterapeuta, seguita da un tempo di creazione dell’immagine/opera e da una conclusione con un racconto/rielaborazione di cosa si è fatto, da parte del/dei partecipante/i.
Questa disciplina può essere utilizzata in ambito preventivo, riabilitativo e terapeutico.
Nel mio caso, utilizzo tecniche di Arteterapia in tutti e tre gli ambiti in particolare in quello terapeutico all’interno della mia cornice di riferimento di Psicologa Clinica e di Psicoterapeuta Espressiva.

La psicoterapia espressiva

La Psicoterapia Espressiva unisce la Psicoterapia verbale classica con le metodologie e le tecniche pratiche dell’Arteterapia.

Non è facile raccontare il proprio dolore: accade, a volte, che la parola sia flebile, tremolante, insufficiente, tronca, muta, assente.

Per questo motivo giocare con la produzione di immagini attraverso i materiali artistici può aiutare a riprendere il filo di un discorso interrotto, spezzato, sospeso.

La persona, quindi, con la creazione di un disegno, di una scultura, di un collage… prova a dare una forma, a portare fuori da sé un vissuto interno, intimo e muto creando così un’opera artistica concreta, osservabile, condivisibile, trasformabile, dicibile, ri-narrabile.

I vissuti profondi, pur rimanendo inizialmente lontani dall’essere consapevoli, si esprimono nell’atto creativo e trovano un proprio campo di elaborazione.

La Psicoterapia Espressiva ha la capacità di portare alla luce tracce di vissuti traumatici, che la persona non potrebbe mai riconoscere in maniera conscia, attraverso le immagini che diventano così testimoni di un vissuto.

“Le espressioni artistiche possono offrire a tutti strutture pre-logiche per sviluppare capacità simboliche e lingue adatte a comunicare esperienze interiori: segni e gesti sono un alfabeto arcaico e l’esperienza creativa è un dialogo possibile” (dott. Roberto Boccalon).

La relazione terapeutica viene intesa come incontro creativo e spazio potenziale (D.W.Winnicott): il processo e il prodotto artistico risultano essere significativi strumenti di intervento, non in alternativa, ma in integrazione all’utilizzo di scambi ed interpretazioni verbali. Attraverso di essi, infatti, possono emergere implicazioni transferali, contenuti latenti, vissuti rimossi, tracce di ricordi primordiali.

Il modello teorico della Psicoterapia Espressiva ha come suo principale riferimento la teoria delle relazioni oggettuali (M.Klein, D.W.Winnicott, W.Bion, M.Milner…), ampliata dalle teorie dello sviluppo (M.Mahler, F.Pine, J.Kestenberg…), dalle teorie psicoanalitiche più recenti di T.H.Ogden, dalle neuroscienze, dalla psicologia dell’arte ed infine integrata con l’utilizzo dell’Arteterapia ad orientamento psicodinamico di Arthur Robbins.

Il setting risulta modificato rispetto alla psicoterapia verbale classica: lo studio di psicoterapia diventa così studio-atelier in cui sono presenti i materiali artistici e la relazione terapeutica è a tre poiché nella stanza ci sono lo psicoterapeuta, la persona e la sua produzione estetica, carica potenzialmente di significato simbolico, prodotta durante la seduta.

Questa modalità psicoterapeutica si fonda sulla stretta interconnessione tra processo evolutivo, processo creativo e processo terapeutico.

Essa permette di sostenere ed accompagnare anche persone che difficili da coinvolgere nel setting tradizionale basato solo sulla parola.

È adatta a bambini, adolescenti, adulti.

Lo spazio

La stanza è dichiaratamente modificata rispetto a quella della tradizionale psicoterapia verbale in cui sono presenti di solito due sedie e un tavolo/scrivania (ci può essere anche un divano o un lettino).

Nella mia stanza-atelier sono presenti, oltre alle sedie e ad un ampio tavolo, un cavalletto da disegno verticale, carte di diverse grammature e consistenze, tele pittoriche di varie dimensioni, pennelli, mirette, argille di differente colore e plasticità, tornielli, materiali artistici convenzionali come matite di grafite, matite colorate, pastelli a cera, pastelli ad olio, gessetti, acquerelli, tempere, acrilici, chine, colle, forbici… e materiali non convenzionali o di riciclo, come legno, sughero, plastica, ferro, stoffa, cera, fiori, sassi… che possono variare da seduta a seduta.

 

I tempi

La seduta individuale con un bambino dura 45 minuti, con un adulto un’ora, con un piccolo gruppo (nel mio spazio ci stanno 4 persone al max.) 1 ora e trenta minuti.

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